Abbiamo scritto una piccola storia sul Natale, prendendo spunto dalla nostra professione ma valida per tutti quelli che si impegnano ogni giorno nella propria attività….
Natale alle porte
Notte. Cielo stellato. Freddo
pungente. La luna piena rischiara la città, lasciando solo intravedere le
sagome delle case, puntinate dalle luci ad intermittenza del natale che fanno
capolino dietro le finestre. La temperature è gelida ma l’aria sa di feste
imminenti e gioia in arrivo.
Tra poco ai volti stupiti e
curiosi dei bambini mentre aprono un pacco regalo, faranno da contraltare le
facce disincantate dei grandi, obbligati, forse, ad una gioia da ricercare a
tutti i costi, più per far felici gli altri che se stessi.
Il periodo non è tra i migliori:
i pensieri, le tensioni, le preoccupazioni lavorative riescono a minare anche
gli animi più ben disposti o quelli più ottimisti.
In un ufficio, al piano terra di
un palazzo che si affaccia su una via del centro, le luci all’interno sono
accese. Le ultime scadenze prima della fine dell’anno obbligano il geometra a
passare qualche lunga serata in studio, mentre il silenzio interno al suo
familiare ambiente di lavoro viene piacevolmente rotto dalle voci e dalle risate
di chi cammina per strada. Le vetrine del proletario piano terra regalano un
rapporto con chi vive lungo la via, fortuna che non si può godere chi sta al
piano nobile.
Piazzato alla scrivania, sta
terminando una relazione che servirà ai suoi clienti a chiudere un accordo su
una divisione di alcuni fabbricati, riuscendo a salvare i rapporti tra i
familiari, grazie alla sensibilità che il geometra ha messo nel dosare
sapientemente valori e umanità, quasi fosse un farmacista che confeziona col
bilancino una medicina. Ormai la definizione è messa a punto, la sua opera
quasi completata, il senso di rilassamento dopo uno sforzo sta avanzando
improvvisamente, così come all’improvviso la stanchezza lo ammanta, il corpo si
adagia pesantemente sullo schienale imbottito della poltrona e gli occhi si
chiudono……
Si desta di soprassalto, cercando
di riconoscere qualcuna delle voci che, a volte, dalla strada piombano nelle
stanze dove lavora, ma si rende subito conto di non essere alla sua abituale
postazione; si trova probabilmente all’esterno, in un giardino, la luna non c’è
più ed il buio pesto che lo circonda lo
obbliga ad affidarsi all’udito ed all’olfatto per capire dov’è finito.
Rumori di rami e foglie che si
agitano compostamente nel vento debole, l’aria serena, il rumore della neve che
cade, il profumo pungente di pino e di abete lo riportano alla sensazione del
vero Natale, sentire ormai dimenticato da molti anni, anni in cui le feste
regalavano ore di gioia.
D’un tratto una voce calda e
profonda lo chiama, sorprendendolo e impaurendolo un po’. Si gira, con
circospetto, ma non riesce a scorgere nessuno, sente solo la voce che mantiene
un tono calmo e rassicurante. Prova a
dire qualche parola ma si accorge di non riuscire a parlare, o meglio ci prova
ma dalla bocca non escono suoni; è una situazione nuova che vive… di regola
parla in continuo: al telefono, con i clienti, con colleghi, con dipendenti di
qualche ente pubblico, con le maestranze in cantiere ; ed ora è costretto ad
ascoltare ciò che lo circonda e, nel forzato silenzio, il soffocato rumore
intorno a sé si fonde con il suo rumore interno; il cuore che batte, la cassa
toracica che si gonfia e si sgonfia incessantemente, i muscoli del corpo che si
rilassano e si contraggono, seguendo le sensazioni vissute all’istante.
Immerso in una natura che non
vede ma sente, si rende conto di assuefarsi a quella sensazione di pace che
adesso lo pervade…. Probabilmente è quello che alcuni chiamano spirito
natalizio, quasi che solo a Natale si possa provare e che in altri periodi
dell’anno sia un’inarrivabile chimera.
Galleggia per un po’ su questa soffice nuvola di serenità, ridotto
magicamente e fortunatamente al silenzio, come se parlare in una situazione
come quella possa rovinarla o farla dissolvere.
Anche se adesso capisce che
dipende solo da lui, da come affronta i problemi, da come si pone davanti al
suo lavoro e, più in generale, davanti alla vita….. adesso è sicuro che se
provasse a parlare, le parole uscirebbero fluenti e con tono squillante, ma
preferisce aspettare ancora; adesso è lui che non vuol interrompere questa
catena di belle sensazioni con le banalità che a volte si dicono o siamo
costretti a dire. Ci sarà tempo per dire tutto ciò che vuole, ma questo momento
di intimità è il suo, in solitudine con se stesso…..
Un clacson lo sveglia, la
poltrona lo accoglie sempre, si è un po’ raffreddato perché il termostato è
stato tarato su un orario di lavoro normale e a quell’ora il riscaldamento non
parte, è tempo di chiudere la pratica e tornarsene a casa. Domani sarà un'altra
giornata piena di impegni e di preoccupazioni ma, stranamente, non ha la solita
sensazione di stomaco contratto che lo attanaglia ogni sera quando chiude le
serrature e mette l’allarme in studio.
Stare qualche minuto con se
stesso l’ha aiutato ad andare dove, forse, è possibile assaporare la sensazione
del Natale.
Alla relazione per la divisione
manca solo qualche virgola per essere conclusa, lo farà domani…. In questo
momento ha deciso di pensare un po’ anche per sé; uscendo per strada, a notte
fonda, si accorge che sta cominciando a nevicare, e comincia a sorridere……..
Buon Natale
(dedicato a tutti quelli che, con
semplicità e gioia, riescono ad assaporare le feste natalizie; ma dedicato
ancora di più a quelli che, per ritrovare lo spirito natalizio, devono trovare
la forza di andare oltre i pesanti pensieri del quotidiano, ma che lo fanno
perché non si vogliono arrendere…)